Gesù lascia i suoi discepoli con una benedizione: "E mentre li benediceva, si separò da loro e fu assunto in cielo".. E questo portò gli apostoli a sentire un "grande gioia".. Perché Nostro Signore non ha lasciato la sua Chiesa con rabbia, con una chiamata alla guerra. L'ha lasciata con una benedizione, riversando grazia e bontà. Ma ha anche lasciato loro il "potere" di svolgere questa missione: "Rimanete in città finché non sarete rivestiti della forza che viene dall'alto".. Li ha lasciati spiritualmente armati, ma non dal potere politico o militare, bensì dall'azione dello Spirito Santo nelle loro anime, lo Spirito d'amore che è sceso su di loro a Pentecoste. E infatti la "testimonianza" della Chiesa, dice Gesù, deve essere quella del suo amore: l'amore che lo ha portato a soffrire e a morire per noi; un amore che è stato più forte della morte, tanto da risorgere il terzo giorno; un amore che offre agli uomini la possibilità di pentirsi; e un amore che è disposto a fidarsi e a mettere in grado gli uomini deboli di diventare agenti della misericordia di Dio ricevendola loro stessi.
Tutto questo è il messaggio della grande solennità di oggi, l'Ascensione. Cristo ci ha lasciati non per allontanarsi da noi, ma per restarci vicino, per aprire un canale verso il cielo. Possiamo salire al cielo nella "corrente di scivolamento" che Gesù ha creato nella sua stessa Ascensione. Come quando il cuore di Gesù, innalzato sulla croce, è stato trafitto, si è aperto un canale d'amore che ci ha permesso di raggiungere il suo cuore. Così ora, Gesù innalzato in cielo apre un canale verso la vita eterna. Come dice la preghiera di apertura di oggi: "L'Ascensione di Cristo, tuo Figlio, è la nostra esaltazione, e dove il Capo ha preceduto nella gloria, il Corpo è chiamato a seguire nella speranza"..
La prima lettura mostra che gli apostoli - persino loro! - volevano ancora un regno politico di Israele anche fino al momento dell'Ascensione: "Signore, è ora che ristabilisci il regno di Israele?".. Cristo offre un regno che va al di là di uno specifico territorio, includendo "fino ai confini della terra. Arriva fino al cielo. Nostro Signore ci invita ad adottare una "geografia spirituale" che includa il cielo e sia veramente "cattolica", universale.
C'è un'autostrada migliore di quelle create dall'uomo, l'autostrada del cielo, che è ora aperta. Dobbiamo guardare in alto e puntare al cielo, ma agire con i piedi per terra, come ricordavano gli angeli che incontravano gli apostoli. "mentre fissavano il cielo". Puntate al cielo, ma non guardate le stelle. Il desiderio del cielo porta all'azione pratica. Non è mai una fuga dai nostri doveri.