Educazione

La risposta cristiana all'emergenza emotiva

Di fronte alla profonda crisi affettivo-sessuale che stiamo vivendo nella società odierna, le parrocchie e le scuole cattoliche hanno la responsabilità di rispondere con coraggio e impegno, promuovendo un'educazione integrale che formi i giovani a una visione cristiana dell'amore, dell'affettività e della sessualità, in armonia con la morale e l'antropologia cattolica.

Mons. José Ignacio Munilla-18 aprile 2025-Tempo di lettura: 2 minuti

Non dimenticherò mai quel 3 novembre 2012 quando, nella cattedrale di Valencia, nell'ambito del primo Congresso Nazionale di Pastorale Giovanile, organizzato dall'Ordine dei Dottori Commercialisti di Valencia. Conferenza episcopale spagnolaHo tenuto una conferenza dal titolo ".L'evangelizzazione dei giovani di fronte all'emergenza affettiva". Il sottotitolo dell'intervento specificava più dettagliatamente il contenuto della riflessione: "Narcisismo, pansessualismo e sfiducia, le tre ferite da curare".. Appena ho finito di parlare, un sacerdote si è avvicinato per dirmi: "È consapevole di aver descritto nel suo discorso non solo le ferite dei giovani di oggi, ma anche quelle degli stessi sacerdoti?".. Al che ho risposto: "E anche le ferite dei vescovi, delle coppie sposate e della società nel suo complesso! Il problema non è generazionale, ma ha raggiunto tutti noi".

L'impatto di una conferenza

Nei miei 18 anni di episcopato, ho tenuto centinaia di riflessioni su temi legati all'evangelizzazione e alla vita spirituale, ma nessuna è stata così ben accolta come quella sul tema dell'evangelizzazione. "emergenza affettiva".. La spiegazione era semplice: avevamo messo il dito nella piaga; e si rivelò non solo la cresta dell'onda, ma il problema di fondo. Eravamo ancora all'inizio del pontificato di Papa Francesco, e la denuncia dell'emergenza educativa già fatta da Benedetto XVI in quel periodo si manifestava ora, in tutta la sua crudezza, nell'emergenza affettiva generata dalla perdita di senso di una società secolarizzata. 

Ma, ovviamente, sarebbe poco utile fare una diagnosi dei mali se non fosse accompagnata da proposte concrete per guarire le nostre ferite e raggiungere la maturità umana. La risposta fondamentale ha un nome proprio: Gesù Cristo. È questo che ho voluto sottolineare nella frase con cui ho concluso il mio discorso a Valencia: "Il cuore non appartiene a chi lo spezza, ma a chi lo ripara! Cioè, il cuore del giovane è del Cuore di Cristo".. Questa affermazione è particolarmente attuale in seguito alla recente pubblicazione dell'enciclica Dilexit Nosin cui Papa Francesco ci chiede di interpretare il suo precedente magistero dalla chiave del Cuore di Cristo. Infatti, il Cuore di Gesù non è solo la scuola umana dell'amore divino, ma anche la scuola divina dell'amore umano. In altre parole, Gesù non solo ci insegna che Dio è amore, ma ci insegna anche ad amare. Questo è un esempio pratico di come il messaggio cristiano integri il naturale e il soprannaturale. 

Una proposta

Tra le proposte concrete che ho fatto in quella presentazione, ho sottolineato la necessità di coordinare la pastorale familiare, educativa e giovanile per attuare l'educazione affettivo-sessuale in piena armonia con l'antropologia cristiana e la morale cattolica. Molti passi sono stati fatti, ma siamo ancora lontani da un'attuazione generalizzata dell'educazione affettivo-sessuale in tutti i nostri ambiti. Per quanto possa sembrare incredibile, vediamo ancora istituzioni di proprietà cattolica che affidano questa formazione alle amministrazioni pubbliche.

Quando si parla di educazione affettivo-sessuale, non c'è dubbio che sia importante tenere conto della dimensione emotiva, ma forse oggi ci troviamo di fronte al rischio di un'eccessiva psicologizzazione dell'educazione. È un errore concentrare tutta l'educazione affettivo-sessuale su come ci sentiamo, dimenticando l'importanza della responsabilità morale delle nostre azioni, in coerenza con la vocazione all'amore che la rivelazione di Gesù Cristo ci rivela.

L'autoreMons. José Ignacio Munilla

Vescovo di Orihuela-Alicante

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